Louis Lortie pianoforte
Orchestra da Camera di Mantova
Carlo Fabiano violino concertatore
M. Ravel
Pavane pour une infante défunte
W. A. Mozart
Concerto per pianoforte e orchestra n. 20 in re minore K 466
P. I. Čajcovskij
Serenata per archi in do maggiore op. 48
Comporre un programma non è un’operazione molto diversa dalla costruzione di una fuga prospettica: fissati una linea dell’orizzonte e un punto di vista, gli elementi della raffigurazione vanno disponendosi nello spazio secondo diverse proporzioni e sfaccettature, convergendo assieme verso lo stesso punto. Così torna in questo dicembre la linea dell’orizzonte fissata un mese prima con la Serenata per archi di Čajkovskij, dove gesto, intenzioni, tradizione di un’orchestra si saldano e restituiscono al pubblico la sintesi di oltre quarant’anni trascorsi facendo musica, discorso che vale tanto per la compagine quanto per il compositore, coetaneo di OCM all’epoca della sua op. 48 Sulle fondamenta di questo repertorio, si delinea poi l’unicità di questa serata: l’incontro con il pianista franco-canadese Louis Lortie, genio multiforme, versatile, immaginifico. Noto per l’ampiezza e il respiro di una ricerca musicale che lo ha condotto attraverso numerosi repertori, Lortie a Mantova torna alle origini, con il Concerto per pianoforte e orchestra K 466 di Mozart, nella drammatica tonalità di re minore, fra le più amate dall’autore. Mozart è al cuore del concerto non solo per la sua collocazione, ma anche per amore provato nei suoi confronti tanto da Čajkovskij, quanto da Maurice Ravel, che qui si sceglie di congiungere ai suoi sodali tramite la celebre e classicissima Pavana, una danza delicata e sospesa, che conferisce una luce particolarmente malinconica a questa nostra prospettiva d’ascolto.