Palazzo Te | Sala dei Cavalli

Destinato all’accoglienza degli ospiti e alle più importanti cerimonie, la Sala dei Cavalli, eseguita probabilmente tra il 1526 e il 1528, prende il nome dai ritratti dei destrieri dipinti a grandezza naturale nella parte inferiore delle pareti affrescate.

Federico II Gonzaga, come i suoi avi, li allevava nelle celebri scuderie gonzaghesche e li teneva in massimo conto, considerandoli l’omaggio più alto che si potesse fare a un ospite illustre.

Alcuni recano ancora in basso, tra gli zoccoli, il proprio nome: Morel Favorito, il cavallo grigio della parete sud; Dario, il più chiaro della parete nord.

I cavalli, che spiccano sullo sfondo di paesaggi, dominano una grandiosa architettura dipinta alle pareti, ritmata da lesene corinzie e nicchie che ospitano statue di divinità o, sopra le finestre, busti di personaggi.

La parte superiore della campata è caratterizzata invece da bassorilievi in finto bronzo che raccontano le fatiche di Ercole. Il fregio, che corre immediatamente sotto il meraviglioso soffitto ligneo dorato con l’impresa della salamandra e del monte Olimpo, è popolato da putti che si muovono tra mascheroni e graziosi girali variopinti.

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