Francesco Libetta

Per il New York Times è «Poet-aristocrat with the profile and carriage of a Renaissance prince», mentre per Le Monde de La Musique «l'éritier des Moritz Rosenthal, des Busoni et des Godowsky» e per Corriere della Sera «uno spolvero di signorilità che credevamo perduto negli archivi dell'interpretazione pianistica». D’Avalos gli ha dedicato tutti i suoi pezzi per pianoforte solo e Isotta lo ha definito «il più grande pianista vivente».

Ha realizzato integrali pianistiche di Beethoven, Händel, Chopin, Godowsky, Paisiello, Bosso; ha pubblicato registrazioni di Schumann, Liszt, Ligeti, Ravel, Debussy. Le sue registrazioni sono pluripremiate da Diapason, Le Monde de la Musique, Classique, Amadeus fra i tanti. Ha collaborato con direttori come Pappano, Andreae, Mandeal e artisti come Sollima, Caterina Antonacci, Devia, attori come Boni, Laurito, Preziosi, Marchini, danzatori come Carla Fracci e ha fondato il gruppo di ballo Corerofonie.

Dopo gli studi di Composizione con Marinuzzi a Roma e Castérède a Parigi, ha scritto musica per teatro, cinema, acusmatica, cameristica, sinfonica, e l’opera L’Assedio di Otranto, messa in scena in Puglia e a Roma e pubblicata in CD. «Libetta compositore e poeta doctus» scrisse Isotta sancendo il profilo di uno degli artisti italiani più stimati nel mondo e versatili, dalla direzione d’orchestra all’attività di saggista musicale, registra d’arte visuale e a sua volta protagonista dei documentari di Monsaingeon e Battiato, già didatta per il Miami Piano Festival e ora a Martina Franca con la Fondazione Grassi. Francesco Libetta è inoltre Steinway Artist.